Sebastiano Tusa
Biografia

Le innumerevoli grandi scoperte di cui Sebastiano Tusa è stato testimone e protagonista abbracciano un lungo periodo che va dal rinvenimento del Satiro danzante di Mazara, alle Teste Imperiali di Pantelleria, al Kouros ritrovato di Lentini, ai Rostri della Battaglia delle Egadi. Ma gli va ascritto anche il merito di aver istituito dal 2005, ventitré itinerari culturali subacquei, dei veri e propri musei sommersi unici al mondo dove i reperti sono mantenuti in situ e possono essere visitati da tutti con il sistema del telerilevamento. Tutto ciò è stato possibile grazie alla sua profonda conoscenza delle fonti ma anche alla capacità di comunicare, divulgare e rendere tutti partecipi dei nuovi saperi che esplorava nel totale convincimento che costituiscono la base per un’azione efficace di tutela e valorizzazione di un patrimonio culturale immenso del quale voleva rendere tutti affidabili tutori.

Sebastiano Tusa intraprese gli studi di preistoria all’Università di Roma “La Sapienza” dove si laureò sotto la guida di Salvatore Maria Puglisi e dove in seguito si specializzò in Archeologia Orientale sempre in ambito paletnologico. L’Oriente, soprattutto il Pakistan ma anche l’Iraq e l’Iran, furono mete di lunghe esperienze giovanili di campagne di scavo e di ricerca, in particolare durante il periodo del servizio civile (1978-1979). Di ritorno in Italia, vinse il primo concorso come Ispettore archeologo preistorico in ruolo presso la Soprintendenza Speciale alla Preistoria e all’Etnografia, Museo Luigi Pigorini di Roma (1980-1982). Dal Ministero dei Beni Culturali transitò all’Università “La Sapienza” come ricercatore di Paleoetnologia (1982-1987) e, sempre con lo stesso ruolo venne trasferito all’Università di Palermo (1987-1993). Nel 1983, intanto, aveva pubblicato il libro La Sicilia nella preistoria destinato a diventare un classico nel panorama accademico. Il volume ancora oggi è considerato uno dei testi più importanti sulla preistoria isolana e un caposaldo nella vastissima produzione scientifica di Tusa che conta varie centinaia di titoli. Lasciata la carriera universitaria nel 1993, Sebastiano Tusa svolse però sempre un’intensissima attività di docente a contratto presso vari Atenei, in particolare l’Alma Mater di Bologna, l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e la Philipps-Universität a Marburg in Germania, formando molti archeologi italiani e tedeschi che sono stati suoi allievi.

Nel 1993 vinse il concorso indetto dall’Assessorato dei Beni Culturali della Regione Siciliana come Dirigente tecnico Archeologo Preistorico e prese servizio alla Soprintendenza di Palermo. Nel 1999 divenne direttore della Sezione Archeologica della Soprintendenza di Trapani. Direttore di numerosi scavi e responsabile della tutela, intraprese moltissime ricerche originali, in particolare a Pantelleria e nel territorio dell’Alto Belice. Nel 1993 e 1994, con l’archeologo Fabio Faccenna diresse lo scavo subacqueo del relitto medievale al largo del faro di San Vito lo Capo, per conto della Soprintendenza di Trapani. Fu il primo importante intervento istituzionale di Tusa nel campo dell’archeologia subacquea che diverrà progressivamente l’interesse predominante della sua attività scientifica, insieme ed accanto alla preistoria. Creò il GIASS (Gruppo d’Indagine Archeologica Subacquea Sicilia) poi evolutosi nel Servizio di Coordinamento delle Ricerche Archeologiche Sottomarine (SCRAS) presso il Centro Regionale di Progettazione e Restauro di Palermo divenendo coordinatore della Sezione Archeologica. Nel 2000 rinunciò alla cattedra di Professore ordinario di Preistoria e Protostoria all’Università degli Studi di Palermo per inseguire un suo sogno, il progetto legato alla nascita della Soprintendenza del Mare e alla creazione di un Centro di Eccellenza per la ricerca e l’applicazione delle nuove tecnologie ai Beni Culturali, oggi in fase di realizzazione all’ex Istituto Roosevelt dell’Addaura a Palermo.

I tempi erano maturi per l’istituzione, nel 2004, con apposito dispositivo di legge, della Soprintendenza del Mare, una novità assoluta per l’Italia e l’Europa. Ideatore della Soprintendenza del Mare, Sebastiano Tusa ne fu al vertice (ad eccezione di un breve intervallo durante il quale fu Soprintendente di Trapani) dal 2004 fino alla sua nomina ad Assessore Regionale ai Beni Culturali avvenuta nell’aprile 2018. E sono state tante anche le missioni archeologiche condotte in vari Stati del mondo: Iraq (Swat), Pakistan, Libia, Tunisia, Congo, Kenya, Spagna, Portogallo, Belgio, Lettonia, Germania, Polonia e in Paesi più lontani come Giappone e Australia, realtà diversissime tra loro che arricchivano la chiave di interpretazione dei dinamismi culturali alla base di ogni ritrovamento. Sebastiano Tusa è deceduto il 10 marzo 2019 nel disastro aereo di Bishoftu (Etiopia) mentre si recava a Nairobi, nella sua veste di Assessore Regionale ai Beni Culturali, per presenziare alla Conferenza Mondiale sul Clima organizzata dall’ONU. Ha lasciato, con il dolore della sua scomparsa, una grandissima eredità umana e scientifica. Le sue ceneri oggi riposano nella Chiesa di San Domenico a Palermo, il Pantheon dei siciliani illustri, nella Cappella del SS. Crocifisso, l’opera funeraria che le custodisce è stata realizzata dal Maestro Michele Canzoneri.